Ci hanno detto tante volte che la storia la raccontano i vincitori. In quanto donna però non avevo ancora capito fino a che punto il mio genere fosse stato sconfitto, in una battaglia centenaria di cui non avevo notizia, e quanto la stessa lotta fosse stata oggetto di occultamento.
Poi ho deciso di voler incontrare Michela Zucca e lei ha cominciato a raccontarmela, quell'altra storia, ma non da dietro ad una cattedra, piuttosto facendomene vedere le tracce nella struttura dei paesi, nei ponti, nelle chiese, nelle incisioni rupestri. Ma per cominciare a capire davvero non basta un fine settimana, non basta vedere due volte la presentazione del suo splendido libro sui tatuaggi (www.venexia.it/libri/collane/le-civette/i-tatuaggi-della-dea/), bisogna leggere, ad esempio, Donne Delinquenti - storie di streghe, eretiche, ribelli, rivoltose, tarantolate - (fuori catalogo ma si trova in biblioteca, usato e in formato kindle - www.universitadelledonne.it/zucca.htm) e, alcuni capitoli anche rileggerli due volte perché davvero sembra incredibile, non sembra possibile, che la resistenza portata per secoli da migliaia di persone in tutta Europa alle élite urbane e clericali da parte di chi ha tentato di preservare, in ogni modo, l'antica cultura e solidarietà, schiacciati dalla volontà "urbana" di ridurre gli abitanti di campagne e montagne a schiavi dediti alla produzione di cibo per i cittadini e figli/operai per la nascente manifattura, non abbia cittadinanza non solo nei libri di scuola, ma nemmeno nel normale discorrere, nella memoria condivisa. Niente di niente.
Eppure ascoltandola e leggendo sembra di sentire finalmente alzarsi un velo sul cuore e nella mente, sembra di ritrovare una voce di verità, la conferma di qualcosa che si è sempre intuito, un tornare a casa al di là del tempo e della speranza.
Diventa emozionante accorgersi giorno per giorno che le tracce di quella cultura, del suo valore, se si comincia ad imparare a vederle, sono dappertutto e sono anche bellissime. Ma come tornare a farle parte di noi, di ognuna e di tutte? Come far sì che il desiderio si faccia azione e realtà nella vita, di nuovo, di ognuna e di tutte?
In conclusione del suo appassionante excursus storico-antropologico Michela Zucca inserisce una "sfilata delle figure femminili che, nel corso di quasi un millennio, hanno ispirato altre donne nella lotta incessante contro il potere dello Stato, della Chiesa e dei maschi-padroni, le hanno riempite di coraggio e sono entrate nel mito e nella leggenda. Tutte rendono testimonianza di un sogno, perché le rivoluzioni si fanno a partire dal desiderio: l'aspirazione verso una società più giusta, in cui si possa vivere libere."
Ecco allora Melusina e il Bello Sconosciuto, Donna Lombarda, Guglielmina Boema e Maifreda Pirovano, Clotilde, e molte altre i cui miti, oltre a raccontare la realtà di vita e di lotta di donne in tutta Europa (la canzone Donna Lombarda è stata ritrovata in decine di versioni in ogni angolo del continente), danno coraggio e spingono alla creazione di modelli imitabili, parlano della possibilità di un mondo, di una società, di una cultura diversa che non era utopia ma una verità vissuta sulla propria pelle e difesa a costo della vita.
E' così che le streghe, le tarantolate, le brigantesse, che ci sono state raccontate come fenomeno marginale e figlio di una realtà fatta di ignoranza, deprivazione e follia, povere vittime di un sistema di potere oppressivo e monolitico ma ineluttabile, diventano le portatrici di un ideale resistente, di un'eredità di valore a cui va ridata voce in questi tempi in cui la via sembra ineluttabilmente segnata verso la sempre maggiore disuguaglianza nei diritti, nelle opportunità, nelle possibilità di far sentire la propria voce, nell'accesso alla ricchezza e alla bellezza.
La proposta è di aprire uno spazio di lettura e di approfondimento su questi temi, a cominciare da Donne Delinquenti.
Il percorso, i tempi, i modi e i luoghi di lettura sono in via di definizione ma è prevista la presenza, almeno a qualche incontro, dell'autrice e di donne che possono aiutarci a dare spazio a questa storia nella musica, nelle arti figurative e sceniche, nei nostri cuori e nei nostri corpi.
INFO [email protected]
Poi ho deciso di voler incontrare Michela Zucca e lei ha cominciato a raccontarmela, quell'altra storia, ma non da dietro ad una cattedra, piuttosto facendomene vedere le tracce nella struttura dei paesi, nei ponti, nelle chiese, nelle incisioni rupestri. Ma per cominciare a capire davvero non basta un fine settimana, non basta vedere due volte la presentazione del suo splendido libro sui tatuaggi (www.venexia.it/libri/collane/le-civette/i-tatuaggi-della-dea/), bisogna leggere, ad esempio, Donne Delinquenti - storie di streghe, eretiche, ribelli, rivoltose, tarantolate - (fuori catalogo ma si trova in biblioteca, usato e in formato kindle - www.universitadelledonne.it/zucca.htm) e, alcuni capitoli anche rileggerli due volte perché davvero sembra incredibile, non sembra possibile, che la resistenza portata per secoli da migliaia di persone in tutta Europa alle élite urbane e clericali da parte di chi ha tentato di preservare, in ogni modo, l'antica cultura e solidarietà, schiacciati dalla volontà "urbana" di ridurre gli abitanti di campagne e montagne a schiavi dediti alla produzione di cibo per i cittadini e figli/operai per la nascente manifattura, non abbia cittadinanza non solo nei libri di scuola, ma nemmeno nel normale discorrere, nella memoria condivisa. Niente di niente.
Eppure ascoltandola e leggendo sembra di sentire finalmente alzarsi un velo sul cuore e nella mente, sembra di ritrovare una voce di verità, la conferma di qualcosa che si è sempre intuito, un tornare a casa al di là del tempo e della speranza.
Diventa emozionante accorgersi giorno per giorno che le tracce di quella cultura, del suo valore, se si comincia ad imparare a vederle, sono dappertutto e sono anche bellissime. Ma come tornare a farle parte di noi, di ognuna e di tutte? Come far sì che il desiderio si faccia azione e realtà nella vita, di nuovo, di ognuna e di tutte?
In conclusione del suo appassionante excursus storico-antropologico Michela Zucca inserisce una "sfilata delle figure femminili che, nel corso di quasi un millennio, hanno ispirato altre donne nella lotta incessante contro il potere dello Stato, della Chiesa e dei maschi-padroni, le hanno riempite di coraggio e sono entrate nel mito e nella leggenda. Tutte rendono testimonianza di un sogno, perché le rivoluzioni si fanno a partire dal desiderio: l'aspirazione verso una società più giusta, in cui si possa vivere libere."
Ecco allora Melusina e il Bello Sconosciuto, Donna Lombarda, Guglielmina Boema e Maifreda Pirovano, Clotilde, e molte altre i cui miti, oltre a raccontare la realtà di vita e di lotta di donne in tutta Europa (la canzone Donna Lombarda è stata ritrovata in decine di versioni in ogni angolo del continente), danno coraggio e spingono alla creazione di modelli imitabili, parlano della possibilità di un mondo, di una società, di una cultura diversa che non era utopia ma una verità vissuta sulla propria pelle e difesa a costo della vita.
E' così che le streghe, le tarantolate, le brigantesse, che ci sono state raccontate come fenomeno marginale e figlio di una realtà fatta di ignoranza, deprivazione e follia, povere vittime di un sistema di potere oppressivo e monolitico ma ineluttabile, diventano le portatrici di un ideale resistente, di un'eredità di valore a cui va ridata voce in questi tempi in cui la via sembra ineluttabilmente segnata verso la sempre maggiore disuguaglianza nei diritti, nelle opportunità, nelle possibilità di far sentire la propria voce, nell'accesso alla ricchezza e alla bellezza.
La proposta è di aprire uno spazio di lettura e di approfondimento su questi temi, a cominciare da Donne Delinquenti.
Il percorso, i tempi, i modi e i luoghi di lettura sono in via di definizione ma è prevista la presenza, almeno a qualche incontro, dell'autrice e di donne che possono aiutarci a dare spazio a questa storia nella musica, nelle arti figurative e sceniche, nei nostri cuori e nei nostri corpi.
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